Anche se sei sopra i 70 anni!
Le Linee Guida internazionali sull’attività fisica, basate sulle più recenti evidenze scientifiche, affermano che raggiungere i livelli minimi di attività raccomandati, migliori in maniera sostanziale la salute e la durata della vita, sia a livello individuale che di popolazione [1,2].
Non è mai troppo tardi per allenarsi. Anche sopra i 70 anni!
Eseguire attività fisica in maniera regolare può, in definitiva, essere la migliore “pillola di giovinezza”, se utilizzata in maniera estensiva.
Gli scettici sull’uso dell’esercizio fisico come una vera e propria medicina sostengono che la letteratura manchi di prove di alta qualità che misurino in maniera rigorosa il suo effetto sulla salute.
Che l’attività fisica riduca effettivamente la mortalità, infatti, non è mai stato testato in un contesto randomizzato, né sono mai stati testati gli effetti di diverse intensità di esercizio.
A colmare questo gap in letteratura ci ha pensato un gruppo di ricerca dell’Università norvegese di Scienza e Tecnologia. Grazie al suo gruppo di ricerca sull’esercizio cardiovascolare ha lanciato lo studio Generation 100 nel 2011.
Esso valuta l’effetto dell’allenamento con esercizio supervisionato rispetto all’attività fisica libera raccomandata nelle Linee Guida.
Va ad indagare in particolare la mortalità negli anziani tra i 70 e i 77 anni.
Teoricamente questo studio avrebbe dovuto studiare tutte le fasce dell’età adulta.
Tuttavia, a causa della necessità di un campione troppo numeroso e di tempi di follow up troppo lunghi e costosi, i ricercatori hanno deciso di concentrarsi solo sugli anziani.
Il motivo è presto detto: si tratta di una fascia di popolazione in rapida crescita e con i tassi di mortalità più elevati.
Questa popolazione è, dunque, particolarmente interessante per verificare l’esistenza di una relazione causale (non casuale) tra i livelli di attività fisica e la longevità raggiunta attualmente.
Questo è il primo studio controllato randomizzato che esamina l’effetto dell’esercizio aerobico a lungo termine (5 anni) sulla mortalità per tutte le cause di morte.
LO STUDIO:
I 1567 partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: i primi due gruppi eseguivano 2 sessioni settimanali supervisionate di attività aerobica.
Un gruppo (n=400) eseguiva un programma HIIT (High Intensity Interval Training) a circa il 90% della propria frequenza cardiaca massima. L’altro gruppo (n= 387) eseguiva un programma aerobico di intensità moderata a circa il 70% della propria frequenza cardiaca massima; il terzo gruppo (n= 780), ossia il gruppo di controllo, seguiva le raccomandazione delle Linee Guida sull’attività fisica. Tutti i gruppi venivano monitorati per 5 anni.
I risultati ci indicano che rispetto alle raccomandazioni sull’attività fisica delle LG, l’attività supervisionata (alta intensità e moderata intensità in combinazione) non ha mostrato nessun effetto significativo su tutte le cause di morte, eventi cardiovascolari o cancerogeni negli anziani. E’ importante sottolineare da subito che i dati dimostrano maggiori benefici per la salute, abbassando il rischio di morte prematura in coloro che hanno eseguito esercizio ad alta intensità rispetto a quelli che hanno svolto attività fisica a moderata intensità.
Gli anziani, purtroppo, sono spesso ignorati o sotto rappresentati come partecipanti negli studi clinici. E’ importante sottolineare che, nonostante lo studio sia durato più di 5 anni, il tasso di drop out è risultato essere basso e paragonabile a molti altri studi sull’esercizio di durata estremamente più breve [3,4].
E’ interessante soffermarsi su questo dato che potrebbe passare inosservato ad una prima occhiata, ma che sappiamo essere molto importante negli studi che indagano gli effetti dell’esercizio e l’aderenza ad esso.
Possiamo fare solo delle supposizioni, ma probabilmente il motivo principale per cui l’aderenza all’esercizio è stata buona ed il tasso di abbandono basso è che gli autori siano riusciti a trovare un equilibrio tra proporre attività fisica in un contesto di vita reale e la capacità di controllare l’intervento.
Infatti, nello studio non sono state escluse quelle persone che preferivano fare esercizio da sole: combinare un programma di attività fisica obbligatoria, oltre a fornire due sessioni settimanali di esercizi con supervisione, è stato un successo.
Retrospettivamente, questa combinazione è stata di grande importanza, poiché quasi il 50% dei partecipanti ha preferito per lo più esercitarsi da solo.
Ovviamente, monitorare questi soggetti che si allenavano da soli è stata una sfida, poiché mancavano gli strumenti per un monitoraggio accurato dell’esercizio svolto da soli (ricordiamoci che lo studio è partito nel 2011). All’inizio dello studio, i ricercatori hanno optato per l’uso clinico di questionari, reputandoli uno strumento adatto per tracciare l’attività fisica con intensità moderata o alta.
Tuttavia, con la tecnologia disponibile oggi ed esistendo numerosi strumenti per il monitoraggio degli esercizi e dell’attività fisica, i ricercatori potrebbero raccogliere informazioni oggettive e maggiormente dettagliate sulle sessioni di esercizio al di fuori del loro laboratorio, per studi futuri.
Questo studio indica, inoltre, come un follow up annuale con gli anziani che includa un focus sull’importanza dell’attività fisica, potrebbe motivarli a rimanere fisicamente attivi.
Questa scoperta, visti i bassi tassi di aderenza all’esercizio sul medio-lungo termine non solo negli anziani, ma in tutta la popolazione generale, potrebbe avere un grosso impatto sui vari Sistemi Sanitari Nazionali.
Questo studio, infine, ha rilevato seri problemi nel trovare un gruppo di controllo adatto.
Infatti, le persone che si iscrivono in studi come questo su base volontaria e vengono arruolate, generalmente sono soggetti sani e/o molto motivati a cambiare stile di vita.
Sicuramente un bias non di poco conto, che gli studi futuri dovranno cercare di risolvere.
Non è mai troppo tardi per allenarsi.
Bibliografia:
[1] Piercy Kl et al. The Physical Activity Guidelines for Americans. Jama. 2018;320:2020-2028.