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LA PRESCRIZIONE DELL'ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO

FISIOTERAPIA: PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO

Come fisioterapisti, ci sentiamo orgogliosi di essere gli esperti del “movimento” e della “funzione”. Una parte fondamentale del ruolo della fisioterapia: la prescrizione dell’esercizio fisico a scopo terapeutico.

Possedendo queste competenze, l’American Physical Therapy Association sottolinea come il fisioterapista sia quel professionista sanitario che aiuta a migliorare lo stato di salute della società. [1]

Per essere esperti in questo campo e realizzare la missione della nostra professione, dovremmo apprezzare e comprendere a pieno gli strumenti a nostra disposizione.  

Lo strumento più forte e versatile che possediamo per realizzare questo fine è la prescrizione dell’esercizio a fini terapeutici. [2]

Troppo spesso non massimizziamo il beneficio della nostra prescrizione di esercizi perché troppo aspecifica e ipergeneralizzata. Ovviamente ci sono una serie di ragioni per cui ciò accade, alcune della quali sono al di fuori del nostro controllo. 

Per massimizzare l’uso dell’esercizio a scopo terapeutico, dovremmo guardare ai principi basilari di strength & conditioning. 

Tre di questi principi fondamentali sono: 

  1. L’adattamento specifico alle richieste imposte (SAID) 
  1. L’importanza del carico specifico e progressivo 
  1. La periodizzazione 

L’adattamento specifico 

LA PRESCRIZIONE DELL'ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO
LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO

Il corpo risponde meglio alla specificità quando viene allenato ad un compito specifico.  

Questo concetto è un pilastro fondamentale per chiunque si occupi di movimento/ riabilitazione/ allenamento. E’ strettamente correlato alla “Sindrome Generale di Adattamento” di Selye [3], che ci spiega come i sistemi corporei rispondono a stimoli specifici e come l’adattamento che si crea porta a una migliore prestazione di quel specifico compito.

Come fisioterapisti, siamo abili nell’identificare specifici e significativi obiettivi funzionali da far raggiungere ai nostri pazienti.
Esercizi specifici e con uno scopo massimizzano la possibilità del soggetto di raggiungere quegli specifici e per lui significativi obiettivi funzionali

Benché utilizzare esercizi che allenino determinati schemi di movimento e sviluppino qualche parametro legato alla forza (ad esempio l’esercizio di ponte per i glutei o le tirate per la forza/stabilità scapolare) sia sicuramente importante, pensiamo che venga speso troppo tempo e vi sia un eccessivo focus su questi esercizi, trascurando il quadro più ampio. 

Carico specifico e progressivo 

LA PRESCRIZIONE DELL'ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO
LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO

Unita al concetto di adattamento specifico alla richiesta, vi è la nozione di carico specifico e progressivo. [4]

Quando si prescrive un esercizio per un paziente e quando si sviluppa un programma di esercizi a scopo terapeutico, dobbiamo sempre considerare quale sia l’obiettivo finale

L’intensità dell’esercizio, il numero di ripetizioni eseguite e il volume complessivo di carico devono essere tutti collegati all’obiettivo finale: vogliamo sviluppare la resistenza muscolare? O la forza sub massimale in attività prolungate? Vogliamo migliorare la forza massima? Oppure migliorare qualche sistema energetico in particolare? Vogliamo migliorare l’equilibrio o l’agilità?  

La manipolazione di tutte queste variabili richiede conoscenza, lungimiranza e attenzione ai dettagli. Sicuramente tutto questo può essere estremamente difficile nell’ambiente frenetico e convulso di una tipica clinica ortopedica ambulatoriale.
Ma troppo spesso, ai pazienti viene fornita una lista infinita di esercizi generalizzati dosati a 2 serie da 10 ripetizioni o 3 serie da 30 ripetizioni senza essere minimante costruiti sulle necessità e gli obiettivi del paziente

Muoversi e fare esercizio è sicuramente più vantaggioso e benefico per i pazienti rispetto al rimanere sedentari o evitanti a causa della paura, ma i fisioterapisti che cadono nella trappola dell’atteggiamento di presuntuosa superiorità spesso sono quelli che sotto-caricano, sotto-dosano e non pianificano i progressi dei propri pazienti. 

Periodizzazione 

LA PRESCRIZIONE DELL'ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO
LA PRESCRIZIONE DELL’ESERCIZIO FISICO A SCOPO TERAPEUTICO

I professionisti sanitari spesso associano alla parola “periodizzazione”, la preparazione atletica, i body builder, i powerlifter e più in generale gli atleti competitivi.
Al contrario la periodizzazione dovrebbe essere un concetto di grande valore anche nel mondo fisioterapico, poiché concetti come la variazione di carico o l’alterazione delle variabili allenanti dovrebbero essere parametri altamente rilevanti per l’esercizio a fini terapeutici nel contesto riabilitativo.  

Ad esempio, piuttosto che aggiungere semplicemente ripetizioni o kg periodicamente ad un programma di esercizi, un fisioterapista potrebbe inizialmente progettare un programma con un’intensità inferiore, ma un volume più alto per far sì che il paziente familiarizzi con l’esecuzione di determinati movimenti e per sviluppare la forza e la resistenza muscolare di base (ad esempio utilizzando esercizi a terra e/o esercizi su un solo piano di movimento ad alte ripetizioni, ma bassi carichi).  

Il programma potrebbe proseguire utilizzando un’intensità maggiore o carichi più elevati riducendo il volume per ottenere guadagni sulla forza  (ad esempio squat a carichi crescenti o salite sul gradino con uso di manubri).  

Potrebbe seguire, quindi, una fase di allenamento alla potenza e di equilibrio dinamico al fine di massimizzare le competenze neuromuscolari derivanti dai nuovi guadagni di forza (ad esempio leg press eseguita in modo esplosivo oppure delle tirate per le scapole da posizione eretta eseguite rapidamente). 

Come fase finale, il piano terapeutico potrebbe concentrarsi sull’ottimizzazione dei movimenti eseguiti contro resistenza, eseguiti in maniera più o meno dinamica e/o funzionale (ad esempio esercizi di raccolta e trasporto con manubri o pesi, esercizi con sovraccarichi da portare sopra la testa eseguiti su una gamba sola o esercizi di cross body con resistenze o elastici). 

Sebbene questo sia solo un esempio, illustra il fatto che i concetti di periodizzazione possano essere trasferiti nel mondo della riabilitazione e del recupero funzionale in cui operano i fisioterapisti. 

Per essere utili alla società, soprattutto in tempi di crisi economica dei vari Sistemi Sanitari Nazionali e visto l’aumento esponenziale della problematiche muscolo-scheletriche croniche, i fisioterapisti sono chiamati a mettere in pratica i livelli più alti delle loro conoscenze e abilità.
Parte fondamentale dovrebbe essere ottimizzare l’uso dell’esercizio per servire al meglio i pazienti a cui viene prescritto.  

Aderire a questo livello di pratica clinica è sicuramente una sfida, non solo professionale ma anche personale e culturale che richiede dedizione, applicazione e perseveranza, cosa che  crediamo fermamente abbia tutta la comunità dei fisioterapisti. 

Bibliografia:

1. Rethorn ZD, Covington JK, Cook CE, Bezner JR. Physical Therapists’ Knowledge, Skills, Beliefs, and Organizations Impact Physical Activity Promotion: A Systematic Review and Meta-Analysis. Phys Ther. 2022

2. Smidt N et al. Exercise Therapy Group. Effectiveness of exercise therapy: a best-evidence summary of systematic reviews. Aust J Physiother. 2005

3. Cunanan AJ, DeWeese BH, Wagle JP, Carroll KM, Sausaman R, Hornsby WG 3rd, Haff GG, Triplett NT, Pierce KC, Stone MH. The General Adaptation Syndrome: A Foundation for the Concept of Periodization. Sports Med. 2018

4. Khan KM, Scott A. Mechanotherapy: how physical therapists’ prescription of exercise promotes tissue repair. Br J Sports Med. 2009

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